Cara Italia, contro la Macedonia “a pallone” non puoi e non devi perdere…

Ci sono cose che non puoi permetterti di fare: e se sei l’Italia – a calcio – non puoi permetterti di perdere contro la Macedonia, 69ª Nazionale del ranking. Un’Italia avulsa e spompata a cui va detto certamente “grazie” per il titolo europeo meritato arrivato in estate, ma di ricordi, si sa, non si può vivere. Perché la vita va avanti e gli obiettivi da centrare vanno centrati.

Trentacinque tiri, zero gol. La partita contro la Macedonia si può tristemente racchiudere in questa statistica che indica la oramai cronica incapacità degli azzurri a trovare la via della rete. Perduta, come i Mondiali in Qatar, un fallimento irrimediabilmente concretizzatosi al 92′ con il tiro a fil di palo di Trajkovski dove Donnarumma si è allungato, senza arrivarci.

Inutile girarci intorno, l’Italia è stata eliminata perché non sa più segnare: onore alla Macedonia che ha svolto una gara di lotta e governo trovando l’unico tiro della gara e andando a segno. Ma l’Italia del calcio pluristipendiato non può permettersi una tale figura. Una nazione dove nelle squadre di club di giocatori italiani, soprattutto giovani, se ne contano sempre meno. Basti pensare a Verratti, centrocampista in grado di poter giocare ovunque in Europa, partito a 19 anni alla volta della Francia senza mai debuttare in Serie A.

Gli azzurri possono e devono recriminare solamente nei confronti di sè stessi e per avere palesato in oltre 90 minuti una evidente incapacità di andare in gol. La fotografia è quella di Domenico Berardi che a porta vuota accompagna il pallone tra le braccia di Dimitrievski al 30’.

Tutte fuori dalla Champions League già a marzo le quadre di club italiane, alle quali ora si aggiunge la triste Italia di ieri sera fuori dal mondiale per la terza volta nella storia, seconda consecutiva eliminata ai gironi dalla mediocre Svizzera e adesso dalla sufficiente Macedonia: quando si tratta di giocare in Serie A tutti fenomeni, poi assoluti comprimari oltre i confini. Complice anche che tanti dei convocati di Mancini non giocano nemmeno in squadre che l’Europa la “bazzichino”. Ma ieri è storia recente e storia triste. Il punto non è che l’Italia non ci abbia provato nella notte del ‘Barbera’, anzi. A volte però provarci non basta, bisogna riuscirci. Italia a casa, nel Mondiale invernale tanto criticato, ma che Mondiale è e al quale noi non ci saremo. Di nuovo.

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